I giorni 3 e 4 settembre 2015 ebbe luogo la quinta Tolkien Conference di Budapest, un’ ottima iniziativa a cura della Societá Tolkieniana Ungherese e della prestigiosa Pázmany University, una delle università della capitale magiara.
Nelle edizioni precedenti erano intervenuti personaggi famosi nell’ ambiente tolkieniano come Tom Shippey e Verlyn Flieger, nel 2015 i nomi di spicco erano invece Thomas Honegger, Tamás Füzessy e Allan Turner.
L’argomento della Conference era : “Individual, society, community” cioè in pratica le relazioni tra individuo e società: argomento vasto, come si vede, e che inoltre permetteva una serie di “estensioni” verso altre tematiche collaterali o in qualche modo correlate. Era stato indetto un Call for papers pubblico, chi intendeva parlare (oltre agli ospiti invitati) doveva inviare un abstract dell’intervento che intendeva proporre nonché le sue “credenziali” (lettere di presentazione, curriculum di pubblicazioni in ambito tolkieniano).
Avendo preso parte io stessa alla Conference con un intervento su Boromir e Faramir, voglio esporvi le mie impressioni, molto positive, sull’evento ungherese.
Gli interventi sono stati tutti interessanti e di buon livello. Una delle partecipanti ungheresi, Gabriella László, ha espresso nel suo intervento una tesi a mio avviso interessante: sono proprio i sentimenti positivi, la generosità, l’ amicizia, le relazioni affettive tra i membri della Compagnia e dei loro alleati che finiscono per far vincere il “lato luminoso” contro quello delle tenebre. La coesione del gruppo, la lealtà, la capacità di sacrificarsi per gli amici, risultano essere un’ arma decisiva più delle stesse azioni belliche.
Un incisivo intervento, a cura del francese Antoine Paris, ha riguardato il destino ultramondano di Frodo, destinato a non essere “saziato” da questo mondo e quindi a cercare un oltre, un al di là. A lui spetta un ruolo contemplativo in una Dimensione “altra”, mentre a Sam spetta l’ impegno (non meno valido) in questo mondo, a livello familiare, sociale e politico (in quanto sindaco).
Un altro intervento originale é stato quello del tedesco Marko Zejnelovic che ha parlato dei suoni e del silenzio in Tolkien.
Tra gli altri interventi cito quelli di Andrea Nagy (su Sellic Spell, opera poco nota di Tolkien, pubblicata solo nel 2014), Andrew Mile (sulla casa di Tom Bombadil come luogo sacrale), Tibor Tarcsay-Déak (sul valore del mito), Peter Furkó (sull’ analisi linguistica del testo tolkieniano), Allan Turner (sullo scrittore Tolkien, così profondamente “inglese” ma così “universale”), Thomas Honegger (sulla figura dell’ eroe) e quello di Barbara Sanguineti, unica italiana presente oltre a me (su Eol, l’elfo Scuro, e sul suo volontario isolamento che costituisce un rifiuto delle regole sociali).
Tutti gli speakers citati (oltre ad alcuni altri che non nomino per brevità) hanno parlato in inglese ma alcuni interventi, tra i quali quello di Tamás Füzessy, sono stati fatti in ungherese e non è stato possibile seguirli (gli argomenti erano accattivanti ma per ragioni varie non era purtroppo fattibile una traduzione in simultanea).
Il mio intervento su Boromir e Faramir riguardava invece le diverse concezioni dei due fratelli a proposito dei doveri di un leader verso la società, dei mezzi da usare in guerra e in politica, dell’ ambizione personale e così via.
Le mie impressioni sulla Conference, sono state, come si è detto, positive, non solo per il valore degli studiosi intervenuti e il contenuto dei loro lavori ma anche per l’ ambiente umano davvero gradevole ed ospitale (con un tocco di informalità che lo rendeva molto diverso da certi ambienti intellettuali italiani) e per le simpatiche relazioni personali che si sono instaurate tra i partecipanti. La società tolkieniana ungherese, anche se non grande e quindi dotata di mezzi minori rispetto alle consorelle inglese o tedesca, mi sembra molto motivata e propensa a spendersi in iniziative di buon livello. I membri sono anche molto disponibili e aperti verso gli ospiti provenienti da altre realtà, l’ospitalità è stata calorosa.
Barbara Sanguineti ed io abbiamo potuto avere proficui contatti che hanno avuto un seguito e ci siamo sentite incoraggiate a proseguire nel nostro lavoro e nelle nostre ricerche.
I nostri interventi sono stati pubblicati, insieme a quelli degli altri speakers, in un libro, purtroppo per ora disponibile solo nella traduzione ungherese. Ci auguriamo che possa essere pubblicato presto il testo in inglese.
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