Sviluppi inaspettati per la serie The Lord of the Rings di Amazon. Mentre ancora si stava discutendo della notizia riguardante la data di lancio della prima stagione – 2 Settembre 2022 – è arrivato il comunicato ufficiale di Amazon che annuncia lo spostamento delle riprese della seconda stagione in Inghilterra.
La notizia ha sorpreso un po’ tutti, perché si era ormai convinti che tutta la serie sarebbe stata girata in Nuova Zelanda, ma adesso il quadro cambia completamente. Amazon ha annunciato che la pre-produzione comincerà l’1 Gennaio 2022, e ha motivato così la scelta:
Lo spostamento dalla Nuova Zelanda al Regno Unito è in linea con la strategia di espansione delle proprie produzioni negli studi inglesi: molte delle serie più importanti di Amazon Studios possono già dire di chiamare “casa” l’Inghilterra […]. Vogliamo ringraziare le persone e il governo della Nuova Zelanda per la loro ospitalità e dedizione e per aver fornito alla serie del Signore degli Anelli un luogo incredibile da dove partire per il proprio epico viaggio.
Inoltre, pare che abbia inciso anche il fatto che a causa del lockdown molti membri della troupe siano rimasti lontano da casa per più di due anni, e quindi questo spostamento andrebbe incontro anche alle esigenze di cast e troupe.
Ovviamente questa notizia non è stata accolta di buon grado in Nuova Zelanda. Il governo puntava molto sulla serie per la sua politica del lavoro: la prima stagione ha dato infatti lavoro a più di duemila persone, e ad Amazon era stato concesso uno sgravio fiscale del 20% con l’aggiunta di un 5% se la produzione fosse rimasta altri anni nel paese.
Adesso non sarà più così. Ma perché si è arrivati a questo?
Secondo l’affidabile canale YouTube Fellowship of fans, che i nostri lettori ormai conoscono bene, era intenzione di Amazon e del Governo neozelandese proseguire in loco fino alla fine, perché questi accordi implicavano anche investimenti nel campo del turismo, ed erano stati redatti due protocolli d’intesa riguardo gli sgravi aggiuntivi del 5%: uno che riguardava la serie in sé e l’altro dedicato ad ogni singola stagione, e che sarebbe stato ridiscusso stagione dopo stagione. Le prime due stagioni sarebbero state girate assieme.
Il lockdown del 2020, però, ha complicato le cose e Amazon ha cambiato le proprie strategie, e ha iniziato a ridiscutere gli accordi con il governo. E qui qualcosa non ha funzionato. Secondo Fellowship i motivi sono due:
- La campagna di vaccinazione in Nuova Zelanda sta procedendo molto lentamente: il governo prevede di finirla entro la fine del 2021, ma per Amazon è una data troppo in là. Se durante la pandemia, la Nuova Zelanda è stata un luogo adatto per le riprese essendo stata colpita di meno, adesso le cose sono cambiate, perché nel Regno Unito la maggior parte della popolazione è ormai vaccinata, e le misure di sicurezza sono state allentate, il che implicherà una potenziale maggior rapidità lavorativa per la troupe e il cast
- Un ente di controllo del governo ha effettuato un’indagine sul set della prima stagione: Fellowship non specifica che tipo di indagine, per ragioni legali, ma sappiamo che erano girate voci sulla mancanza di sicurezza per le controfigure, e da quello che trapela, sembra che Amazon sia rimasta “seccata” dai risultati delle indagini , che verranno comunicati nelle prossime settimane, e che per questo avrebbe deciso di lasciare la Nuova Zelanda: il che ha stupito il governo, perché questi enti di controllo effettuano sopralluoghi di routine per produzioni enormi, e non servono per dissuadere le produzioni ad andarsene. Secondo Fellowship, sarebbe stata questa indagine a far bloccare le contrattazioni per il protocollo d’intesa per la seconda stagione.
Altro particolare importante rivelato da Fellowship è che Amazon si impegna a comunicare eventuali spostamenti in altre location con un preavviso di un anno, pena la perdita dello sgravio fiscale del 5%.
In aggiunta a tutto questo, sembra – e qui bisogna andare coi piedi di piombo, perché sono fonti esterne alle due parti a riferirlo – che la troupe abbia scoperto la notizia solo 20 minuti prima dell’annuncio ufficiale, e il governo Neozelandese solo qualche ora prima. Il che violerebbe palesemente il protocollo d’intesa. E Amazon, nel comunicato ufficiale, annuncia di aver rinunciato al famoso 5% di sgravi, ma naturalmente, se fosse vero quello che dicono le fonti, avrebbe perso ogni diritto su di esso.
Tutta questa situazione, tra l’altro, stride davvero molto col tweet di inizio Agosto, con il quale Amazon ringraziava la troupe e la Nuova Zelanda per il lavoro svolto e l’accoglienza durante la prima stagione: nulla faceva presagire un colpo di scena del genere.
That’s a wrap! Thank you to our amazing cast and crew and to New Zealand for being the incredible place we have been privileged to call home as we bring the Second Age and Middle-earth to life. #LOTRonPrime (1/8)
— The Lord of the Rings on Prime (@LOTRonPrime) August 3, 2021
Questa è sicuramente una notizia che avrà le sue conseguenze: non certo sul lavoro della serie, che andrà avanti tranquillamente, ma per i rapporti tra Amazon e la Nuova Zelanda, rapporti che avevano e hanno influenzato non solo loro, ma anche tutti gli abitanti della Nuova Zelanda. Produzioni del genere danno lavoro a tante persone, e quando i rapporti si interrompono, sono in tanti a subirne le conseguenze.
Speriamo di avere notizie ufficiali e più chiare in merito nelle prossime settimane. Continuate a seguirci, e ne saprete di più!
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