La Seconda Stagione promette di portare in primo piano le misteriose e affascinanti Entesse.
Maestose creature, spesso relegate ai margini delle storie principali, rivestono un ruolo cruciale nel racconto dell’impoverimento della Terra di Mezzo sotto il dominio di Sauron, ma anche del loro impegno nell’insegnare agli uomini l’agricoltura.
“Io penso che in realtà le Entesse siano definitivamente sparite, distrutte con i loro giardini durante la guerra dell’Ultima Alleanza (Seconda Era 3428-3441) – ci dice Tolkien nella Lettera 144 a Naomi Mitchison – quando Sauron perseguiva una politica di Terra Bruciata e incendiò le loro terre per fermare l’avanzata degli alleati lungo l’Anduin […] Ovviamente, alcune possono essere fuggite a est, o ridotte in schiavitù: i tiranni, anche in questo racconti, hanno bisogno di risorse economiche e agricole per i loro soldati e armaioli”
𝙇𝙖 𝙑𝙚𝙘𝙘𝙝𝙞𝙖 𝙁𝙤𝙧𝙚𝙨𝙩𝙖: 𝙐𝙣𝙖 𝙑𝙞𝙨𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙎𝙫𝙖𝙣𝙞𝙩𝙖
La presenza delle Entesse nella Seconda Era, per quanto apparentemente sullo sfondo, è cruciale nel mettere in raccordo il dominio di Sauron e l’impoverimento della Terra di Mezzo.
Elrond stesso ci narra: “Un tempo uno scoiattolo poteva trasportare una noce da un albero all’altro da Rivendell al Grande Mare…” (Il Signore degli Anelli, La Compagnia dell’Anello, “Il Consiglio di Elrond”).
Questo ci rivela come l’Eriador fosse un’unica, immensa foresta sotto la protezione degli Ent.
La Vecchia Foresta, misterioso recesso di quegli antichi giorni, era assai più vasta nella Prima Era e per buona parte della Seconda. Barbalbero ci ricorda: “C’era una volta un solo grande bosco da qui sino ai Monti Lhûn, e questa non ne era che l’Estremità Orientale… Quelli erano giorni in cui ogni cosa era più ampia e spaziosa”.
L’abbattimento di quelle antiche selve iniziò col tramontare della Prima Era. Fu prima il commercio di legname di Númenor a metà della Seconda a impoverire la selva, poi la politica di “terra bruciata” di Sauron la rese definitivamente un’ombra del passato.
Eppure, in quei tempi remoti, le Entesse ancora esistevano.
“- Come vi ho detto perdemmo le Entesse.
– Che triste storia – disse Pipino – come mai morirono tutte? –
– Non morirono!.. non ho mai detto che morirono. Ho detto che le perdemmo. Le perdemmo e non riuscivamo più a trovarle.”
“Quando il mondo era giovane, e i boschi vasti e selvaggi, gli Ent e le Entesse […] camminavano e vivevano insieme. Ma i nostri cuori non svilupparono i medesimi sentimenti […] (A differenza nostra) Le entesse si occuparono delle piante più piccole, dei prati illuminati dal sole fuori dai margini delle foreste; videro le prugnole sugli alberi, i meli selvatici e i ciliegi fiorire in primavera […] E crearono giardini, per abitarli. Ma noi Ent continuammo a girovagare, e solo di tanto in tanto tornavamo ai giardini. Quando l’Oscurità fu sconfitta, il paese delle Entesse fiorì e prosperò […].
Rammento che molto tempo addietro, all’epoca della guerra tra Sauron e gli Uomini del Mare, mi prese il desiderio di vedere Fimbrethil” (pag. 96-97; Il Signore degli Anelli-Le due Torri; XVIII edizione Tascabili Bompiani luglio 2007)
Le Entesse, dunque, vivevano nei loro giardini, vegliando su di essi con cura infinita. Il trailer della serie le mostra in un momento di crisi, mentre subiscono il deterioramento del loro amato habitat. Come gli Ent, anche loro ponderavano a lungo: “Il perdono nostro richiede un’Era intera”, dichiara un’Entessa nel trailer.
“Niente fretta” ripete Barbalbero agli hobbit (pag. 82).
Il valore della serie sta proprio nella rappresentazione visiva delle Entesse, simili agli Ent di Peter Jackson, ma coerenti con il testo e il contesto delle opere di Tolkien.
Analisi Comparativa: Gli Ent e le Entesse nella Mitologia Tolkieniana
Barbalbero: Il Maestoso Pastore degli Alberi
Aspetto Generale:
Barbalbero, Fangorn, appare come una maestosa quercia vivente, con corteccia antica e rugosa. Il suo volto, scolpito nel legno, mostra saggezza e antichità. Gli occhi incavati e luminosi e la bocca ben definita raccontano storie di ere passate. La sua corteccia spessa simboleggia forza e resistenza.
Braccia e Mani:
Le braccia robuste, simili a rami secolari, e le mani nodose, come radici poderose, parlano di una forza immane, capace di sostenere il peso della foresta stessa.
Corpo e Postura:
Il suo corpo massiccio, eretto e dignitoso, è un monumento vivente alla stabilità degli antichi boschi.
Le Entesse: Le Delicate Guardiane dei Giardini
Descrizione dal Romanzo:
Tolkien le descrive come creature affascinanti, dedite ai prati soleggiati e ai frutteti. Creavano giardini, riflettendo amore per la bellezza e l’armonia.
Nelle immagini presenti nel trailer, l’Entessa ha corteccia liscia decorata con fiori. Il viso sereno trasmette calma e contemplazione, in un ambiente armonioso e curato.
Braccia e Mani
Braccia sottili adornate da rami fioriti simboleggiano cura amorevole.
L’Entessa è slanciata e ornata di fiori, sottolineando la connessione con la primavera e i frutteti.
Corpo e Postura:
Il corpo flessibile ed elegante incarna l’affinità con i giardini fioriti.
Confronto e Contrasti
Aspetto Generale:
Barbalbero rappresenta la potenza dei boschi antichi, le Entesse la delicatezza dei giardini primaverili.
Viso:
Il volto di Barbalbero riflette saggezza, quello delle Entesse calma e bellezza.
Braccia e Mani:
Le braccia di Barbalbero sono potenti, quelle delle Entesse delicate.
Corpo e Postura:
Il corpo di Barbalbero è massiccio, quello delle Entesse slanciato e armonioso.
Elementi Decorativi:
Barbalbero austero, le Entesse adornate di fiori, dedite alla natura in fiore.
In conclusione, la rappresentazione delle Entesse nella serie “Gli Anelli del Potere” arricchisce la narrazione visiva e letteraria del mondo di Tolkien, rendendo omaggio alla loro importanza e diversità rispetto agli Ent.
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