È difficile scrivere di una persona così straordinaria come Stratford Caldecott. È difficile farlo oggi che questa persona, per dirlo come gli antichi romani, è passata oltre. Caldecott si è spento Giovedì 17 Luglio dopo una lunga lotta contro il cancro. Lotta culminata negli ultimi mesi con il tam-tam online legato all’hashtag #CapforStrat (di cui abbiamo già parlato).
Cosa potremmo dire di lui? Indubbiamente era un grandissimo commentatore di Tolkien (in Italia delle sue opere abbiamo solo Il Fuoco Segreto). Potremmo anche dire che era un laureato in filosofia e psicologia, che era un professore di Oxford, che dirigeva una rivista, la Second Spring Oxford, e che era co-direttore della versione inglese e irlandese di Magnificat.
Ma per noi di Sentieri Tolkieniani era molto di più: è stato un amico. Lo dico alla luce della conferenza che ha tenuto per noi L’Amicizia in Tolkien e ricordando come si è comportato con noi: paziente, sincero e aperto alle nostre richieste. Ricordo inoltre come, a termine manifestazione, mentre noi sistemavamo il parco del castello di Osasco, gli abbiamo proposto di riposarsi un po’, sapendo i suoi problemi. Lui non solo ha rifiutato ma si è fermato ad aiutarci a pulire e sistemare: si sentiva uno di noi. Per questo vogliamo rendergli omaggio e porgergli ancora un saluto:
Caro Stratford, siamo sicuri che tu sia già giunto nelle Terre Immortali, nella Valinor celeste, in cui speriamo, un giorno, di rincontrarti.
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