Novità da registrare in Italia per quanto riguarda i libri di Tolkien: il 6 novembre del 2024 uscirà una nuova traduzione de Lo Hobbit, per Bompiani.
Si tratta di una ritraduzione del testo e non di un aggiustamento, come quello del 2013, che sarà fatta a cura di Wu Ming 4, al secolo Federico Guglielmi, scrittore e membro dell’AIST, Associazione Italiana Studi Tolkieniani, che cura quindi la ritraduzione del testo. Il volume non conterrà solo il testo de Lo Hobbit ma anche tutti i disegni di Tolkien per le varie edizioni, i bozzetti e le mappe ideate da lui nello scrivere la storia, per un totale di cinquantatrè illustrazioni. La copertina è la stessa dell’edizione britannica del 2023, la quale vagamente richiama quella della prima edizione del 1937, scegliendo un dettaglio in un tondo al centro, nel quale sopra le vette dei Monti Brumosi spunta un sole rosso- che Tolkien all’epoca non potè usare per motivi economici- e con le rune a fare da cornice.
Il volume avrà anche una nota editoriale, la prefazione alla cinquantesima edizione scritta da Christopher Tolkien e una sezione della Nota sulle illustrazioni che si trova ne L’Arte de Lo Hobbit di J.R.R Tolkien, scritta da Wayne G. Hammond e Christina Scull.
Per quanto riguarda la traduzione vera e propria, il traduttore, nell’intervista sul sito dell”AIST, premette che la nomenclatura sarà quella usata da Ottavio Fatica nel Signore degli Anelli, perchè questa è la linea editoriale di Bompiani ( rispetto al Signore degli Anelli comunque i nomi sono relativamente pochi); inoltre le canzoni sono state tradotte in maniera più o meno letterale e certi modi di dire usati da Tolkien, tipicamente inglesi, sono stati tradotti in italiano e alcuni termini all’epoca tradotti in italiano, come lupi Mannari, sono stati lasciati come in originale, ovvero Warg.
Fantastico quindi la nuova traduzione di Lo Hobbit sarà coerente, nei nomi di personaggi razze e ambientazioni, con quella di Fatica recentemente pubblicata. Ma Lo Hobbit non aveva ricevuto una nuova traduzione appena una decina di anni fa, peraltro già fatta in collaborazione con la Società Tolkieniana italiana? Chiedo per curiosità ma si sentiva davvero il bisogno di una nuova traduzione?