La Luce abbagliante e pura dei due Alberi di Valinor: così comincia il sontuoso teaser trailer de Gli Anelli del Potere, uscito ieri pomeriggio: lungo due minuti e mezzo, ha dispiegato tutta la sua potenza e mostrato con i fatti quanti soldi siano stati spesi per il progetto, uniti ad una cura dei particolari e dell’ambientazione che è sotto gli occhi di tutti. La serie poi andrà valutata per la scrittura, le scelte narrative e la definizione dei personaggi, ma la strada tracciata sembra di grande qualità.

Ma addentriamoci nel teaser, e nella Seconda Era della Terra di Mezzo!

“C’è stato un tempo in cui il mondo era talmente giovane che non esisteva ancora il levar del sole. Ma perfino allora…. c’era la Luce”. Un inizio davvero folgorante, con la voce di Galadriel ( Morfydd Clark) in sottofondo, con annessa inquadratura sugli occhi- così simili a quelli di Cate Blanchett!- e una musica che ricorda tantissimo la melodia di Gran Burrone dei film di Peter Jackson ( Howard Shore lavora alla serie, come abbiamo già scritto mesi fa).  E poi, la vista più bella di tutte: Tirion su Tùna, la città degli Elfi a Valinor e la vista dei due Alberi, Telperion e Laurelin. Un anticipo dei flashback sulla Prima Era che vedremo da settembre.

La scena cambia, e vediamo paesaggi mozzafiato, tra cui montagne imbiancate che richiamano i paesaggi visti dalla Compagnia dell’Anello, accompagnati da una dolce voce che canta una canzone le cui parole (“Come to me, come to me”) paiono richiamare la canzone con cui gli Ent cercano le Entesse;  poi inizia il racconto di una seconda voce narrante, quella dell’Harfoot Marygold Brandyfoot (Sara Zwangobani) che cerca di rassicurare un’altra persona del suo popolo- forse Elanor- che non c’è bisogno di cercare altre terre perchè gli Harfoots hanno l’un altro per proteggersi a vicenda, mentre “Gli Elfi hanno le loro foreste da proteggere, i Nani le loro miniere, gli Uomini i loro campi di grano“. Passano così davanti ai nostri occhi tre bellissime scene: una dimora elfica, probabilmente il Lindon, le miniere di Kahazad-dum colme di Nani e Uomini in un villaggio che coltivano campi di grano. E poi, gli Harfoots, i Pelopiedi che si lanciano segnali stanti a significare che la via è sicura e si può uscire allo scoperto: applicazione immaginifica del concetto Tolkieniano “gli Hobbit nei tempi antichi sono passati inosservati grazie alla loro abilità di nascondersi“. La presenza degli Harfoots nella serie era uno dei grandi punti interrogativi e lo è ancora, ma si può dire che la creazione del loro piccolo mondo abbia colto nel segno.

La scena cambia, e arriva la ormai famosa “meteora” che pare interromperà la pace degli Harfoots: Elanor Brandyfoot (Markella Kavenagh) volge gli occhi verso quella misteriosa luce e quell’esplosione. 

La scena cambia di nuovo, e mentre osserviamo Galadriel assieme ad un altro Elfo mettersi in caccia dei servi di Morgoth, sentiamo la voce di Elrond (Robert Aramayo) sottolineare come ella abbia combattuto abbastanza e che è ora di mettere via la spada; Galadriel però ribatte “Il Nemico è ancora lì fuori. La domanda ora è: dove?“, un’eco della descrizione della vigilanza continua all’inizio della Seconda Era che Tolkien fa riguardo a Galadriel nei Racconti Incompiuti. Poi, mentre sotto i nostri occhi passa una visione della capitale elfica dell’Eregion, Ost-in-Edhil ( posizionata nel punto esatto indicato dalle mappe dei testi), Galadriel ribatte a Elrond che non tutto è concluso, perchè “tu non hai visto quello che ho visto io”. 

Qui inizia un bellissimo confronto tra i due che mettono in piazza, se così si può dire, le loro esperienze nei Tempi Remoti: Elrond ha vissuto un’infanzia tragica, ma Galadriel ne ha viste ben di più; e, mentre sottolinea questo concetto con forza e con gli occhi quasi spiritati dalla collera e dal dolore, sotto i nostri occhi passano scene di battaglia e di Apocalisse nel quale lei è stata coinvolta: sfondo rosso sangue, soldati scagliati in aria, acqua che si solleva, torri che crollano: pare un flashback sulla Guerra d’Ira alla fine della Prima Era, che cambiò per sempre la faccia di Arda. Una scena di grande impatto.

Poi davanti ai nostri occhi si palesa la magnificenza di Nùmenor con i suoi porti e le sue navi, si sente la voce di Gil-Galad (Benjamin Walker) sostenere che “l’oscurità marcerà sulla faccia della terra, sarà la fine non solo del nostro popolo, ma di tutti i popoli”, mentre vediamo vare scene di pericolo dell’intera Terra di Mezzo, tra le quali spicca la marcia degli Orchi al lume delle fiaccole guidati dall’Elfo corrotto Adar (Joseph Mawle), assieme alla prima visione del misterioso Stranger (Daniel Weyman) che incontrerà gli Harfoots.

Poi, un altro sguardo alla magnificenza di Khazad-Dum mentre Elrond viene accompagnato da Nani nelle loro dimore, e una prima occhiata al Re Durin III( Peter Mullan); a questo punto, ecco la terza voce, quella di Elendil (Lloyd Owen), che sottolinea  come “il passato è morto. O andiamo avanti, o moriamo con esso”, prefigurazione della lucidità di Elendil ( e del padre Amandil nei testi di Tolkien) riguardo all’oscurità nella quale rischia di piombare Nùmenor, mentre passano davanti a noi varie scene, -tra cui l’ormai famoso naufragio di Galadriel ed Halbrand (Charlie Vickers), il quale in un fotogramma sembra sottoposto a processo in una sala di Nùmenor che ricorda il Senato Romano- , culminanti nel comizio di Ar-Pharazon (Trystan Gravelle) che prefigura la deriva “isolazionista e imperialista” di Nùmenor.

Poi, mentre Durin IV (Owain Arthur), principe dei Nani, annuncia l’inizio di una nuova era mostrando una probabile pepita di argento Mithril, ecco la scena che nessuno si aspettava ma che lascia il segno e che spalanca nuove porte per le prime due puntate: un gruppo di Elfi che sguainano le spade in una scena che pare quella di un giuramento: il fotogramma è identico ad alcuni disegni riguardanti il Giuramento di Feanor e dei suoi figli presente nel Silmarillion che è difficile sbagliarsi. Chissà in che modo verrà mostrata questa cruciale tematica nella serie…

Concludiamo con due scene emozionanti e significative: The Stranger che spegne letteralmente il fuoco della meteora che lo avvolge e che si chiude sui di lui in un modo che pare formare un…occhio ( spoiler o depistaggio?) e gli Harfoots in marcia mentre la canzone sentita all’inizio si conclude con lirica malinconia.

Insomma, un grande spettacolo che ci ha di nuovo fatti tornare nella Terra di Mezzo. E adesso non vediamo davvero l’ora che arrivi il 2 Settembre!