Nell’ottobre del 2022, finalmente, grazie a Bompiani, è uscito in italiano il terzo volume della History of Middle Earth, I Lai del Beleriand: volume davvero importante, perchè raccoglie in versione integrale i due poemi più famosi di Tolkien, che vertono su due delle storie più amate del Silmarillion, le vicende di Tùrin Tùrambar e di Beren e Lùthien. Perchè sono così importanti, e perchè è fondamentale leggere questo volume?
Vediamone i motivi principali.
- Con questi due poemi si abbandona il mondo dei Racconti Perduti, in cui il mondo di Arda era ancora vago, per entrare, in maniera ormai definitiva, nel mondo di Arda e della Terra di Mezzo: si fanno strada concetti importanti, come la centralità dei Silmarilli ed emerge il personaggio di Sauron (benchè qui si chiami Thu)
- Il Lai dei Figli di Hùrin, poema in versi allitterativi, benchè incompiuto, è la prima cosa a cui Tolkien mette mano, riguardo al suo mondo subcreato, dopo la fine della guerra. E’ infatti scritto tra il 1920 e il 1925, quando il Professore lavorava all’Università di Leeds. Come sottolinea Christopher Tolkien, “segna anche un momento importante nell’evoluzione della materia dei Giorni Antichi e contiene dei passi che illuminano con forza il modo in cui immaginava dovesse essere il Beleriand”. Inoltre, è con questo poema che nasce il nascosto regno del Nargothrond del Silmarilion, e solo qui ne abbiamo una descrizione precisa, che nel Silmarillion non ritroveremo
- Il Lai di Leithian, scritto in distici ottosillabi, è forse una delle creazioni più alte di JRRT dal punto di vista poetico e immaginifico: momenti di alta poesia e di profondo dramma, condito da descrizioni di viaggi e luoghi che richiamano già lo stile del Signore degli Anelli. Un poema che introduce figure fondamentali della mitologia, come Sauron e Finrod Felagund, episodi centrali, come i complotti e le malvagità di due figli di Feanor, Celegorm e Curufin, e definisce con grande abilità e introspezione sentimenti ed emozioni dei personaggi della storia, in entrambe le versioni, quella degli anni 30 che si interrompe al canto XIV, nel momento in cui il grande Lupo Carcharoth morde la mano in cui Beren teneva il Silmaril, e quella ricominciata tra 1949 e 1950, dopo Il Signore degli Anelli, che innerva la qualità del poema nel mondo più maturo del SDA, e che si interrompe di fatto dopo quattro canti ( anche se abbiamo il X in maniera indipendente). La versione in prosa del Silmarillion, rapida e condensata non raggkungerà mai tali livelli artistici
- I commenti di C.S Lewis al Lai di Leithian– ovvero alla sua prima versione- davvero importanti non solo per vedere quali consigli Tolkien accolse, ma per rendersi conto, una volta di più, dello stretto legame tra i due e dell’importanza che la fiducia e l’incoraggiamento di Lewis ebbero su Tolkien
Sperando di avervi incuriositi, non ci resta che augurarvi buona lettura!
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