Nata nel 3117 della Seconda Era a Nùmenor, era l’unica figlia di Tar-Palantìr, il penultimo Re di sesso maschile di Nùmenor, che aveva tentato di tornare all’amicizia tra i Valar e gli Elfi. A testimoniare il suo amore per gli Elfi sta anche il fatto che Mìriel si chiami proprio così, visto che è un termine elfico. Il nome nella lingua degli Uomini, l’Adunaico, era Zimpraphel.
Le informazioni sulla vita di Mìriel sono scarne, e le possiamo trovare sostanzialmente in quattro testi: il Silmarillion, i Racconti Incompiuti– dove troviamo la sua data di nascita- e soprattutto due volumi della History of Middle Earth, The Lost Road and The Peoples of Middle Earth, nei quali c’è un incompiuto accenno su alcune sue caratteristiche fisiche e caratteriali, e un brevissimo accenno di trama che la riguarda. Vediamo quindi cosa se ne può ricavare.
Di lei si dice che “ora Zimrahil, unica figlia di Tar-Palantìr, che suo padre chiamava Mìriel, era una donna di grande bellezza, più alta di tutte le donne di quella terra, aveva occhi luminosi e una grande abilità in…”.
Brevissima descrizione, come si può vedere, alla quale il Silmarillion aggiunge che Miriel era “più bella che argento, avorio e perle”. Sempre dalla History of Middle Earth apprendiamo un brevissimo ma interessante accenno di trama su di lei: in particolare, in The Peoples of Middle Earth veniamo a sapere di un suo rapporto intenso e stretto con Elentir, zio di Elendil, personaggio presente solo in questo testo.
Elentir “la amava, ma quando lei vide per la prima volta Pharazon, i suoi occhi e il suo cuore si volsero a lui”. Pharazon figlio del fratello di Palantìr, però partì per le guerre nella Terra di Mezzo e lei rimase non sposata. Quando il padre morì, e Pharazon tornò, Mìriel “tradì le idee di suo padre” e sposò Pharazon perchè ne era innamorata, e lei a Pharazon forzarono la legge di Nùmenor che proibiva matrimoni tra cugini di primo e secondo grado: “erano troppo potenti”. Versione, questa, molto diversa da ciò che emerge dai Racconti Incompiuti e dal Silmarillion: lì Mìriel diventa la quarta Regina regnante alla morte del padre, “per diritto e secondo le leggi dei Nùmenoreani”: ma Pharazon tornò, e avendo l’appoggio in pratica dell’intera popolazione esclusi i Fedeli amici degli Elfi- tra i quali Elendil e i suoi figli- “se la prese in moglie contro la volontà di lei”. E una volta uniti in matrimonio, usurpò lo scettro e prese lui il comando, cambiando il nome della moglie- violenza non meno grave anche questa- in Ar-Zimpraphel.
Su Mìriel, da quel momento, cala il silenzio: ce la possiamo immaginare prigioniera nel palazzo Reale, mentre gli anni passano, e, benchè la sua bellezza non sfiorisca- come tutti quelli della casa reale, aveva una vita davvero lunga- di certo la sua vita deve essere stata triste e contratta.
Quando Ar-Pharazon, sotto l’influsso di Sauron, deciderà di andarsi a “prendere” l’immortalità attaccando Valinor e gli Dei, Eru Ilùvatar scatenerà la sua collera, e Nùmenor verrà inabissata per non tornare mai più.
In questo modo, nelle ultime pagine dell’Akallabeth– la seconda “parte” del Silmarillion- veniamo a sapere della fine di Mìriel:
“Troppo tardi essa cercò di ascendere le ripide vie del Meneltarma (la montagna “sacra” di Nùmenor, NDA) diretta al luogo santo: le acque la sorpresero, il suo grido si spense nel rumore del vento”.
Una vita innocente e tormentata era stata spezzata per sempre, e di Mìriel restano solo scarni racconti, portati nella Terra di Mezzo dagli esuli Amici degli Elfi, tra cui, chissà, quell’Elentir che l’aveva amata in gioventù.
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